Progettazione

Ogni volta in cui io stessa mi trovo a “riprogettami” per uno squilibrio devo concretizzare quelle scelte ideali che, accadendo in una prospettiva da me decisa, ampliano la mia visione: colgo l’energia delle mie esperienze per conoscerla e indirizzarla verso ciò a cui tendo.
Prendermi il tempo per la progettazione diventa per me posporre l’immediata azione per riconfigurare i miei impulsi mettendo in relazione le mie stesse riflessioni. Queste ultime nascono dal rapporto fra osservazione e memoria: analizzo esperienze passate e ne trovo somiglianze con le presenti per formularne un giudizio (così le mie azioni non seguano immediatamente la loro immaginazione).
Credo che questo autocontrollo dei miei desideri dato dal pensare in maniera progettuale mi porti ad auto-educarmi al “mettere in relazione”: se la mia progressiva e costante organizzazione della conoscenza (fatti, esperienze e sogni) dà forma ai miei ideali, attiva anche un processo educativo nel conformare consapevolmente relazioni che il pensiero fa con ciò che conosce, tra cose che interagiscono fra loro producendo certi effetti.